Riprendere l’attività motoria
Ed eccoci a settembre. Con la fine delle vacanze, si tende a fare un po’ il “bilancio estetico” delle ferie appena trascorse alle quali va aggiunto il periodo di lockdown che non ha certo aiutato a mantenere una buona forma fisica. Con la ripresa si rinnovano le solite promesse di arrivare alla prossima estate più in forma. Poi durante l’anno le normali attività quotidiane ci travolgono relegando tra gli ultimi posti la nostra attività motoria. Ma forma fisica vuol dire anche salute. Di conseguenza l’obiettivo non può essere solo estetico, ma si deve coniugare in modo armonico con la salute. Un buon motivo in più per non confinare tra gli ultimi posti la nostra attività fisico/sportiva. Come? Facciamo una riflessione sull’importanza della motivazione. Quando siamo realmente motivati ad ottenere un risultato, qualunque esso sia, il nostro impegno comincia ad essere considerato da noi con la serietà che merita. La motivazione deve nascere dentro di noi. Cominciamo ad osservarci allo specchio e poniamoci delle domande. Siamo soddisfatti del nostro corpo? Vogliamo migliorarlo? Ci sentiamo realmente in uno stato fisico di salute ed equilibrio? Se le risposte a questi semplici quesiti vanno nella direzione negativa, nessun problema, perché non esiste un problema che non abbia almeno una soluzione. Individuato il problema la prima cosa è scegliere un’attività motoria adeguata. Non mi stancherò mai di ripetere che è fondamentale farsi consigliare da persone esperte con comprovata esperienza e crediti adeguati. Un vero professionista non “tirerà mai l’acqua a suo mulino”, ma sarà capace di fare una Valutazione antropometrica e funzionale seria della persona. La palestra, intesa come sala pesi, non è sempre adatta a tutti. Spesso poi nelle palestre si eccede troppo nell’offrire una gamma di servizi molto diversi tra loro gestiti sempre dalla stessa persona. Voglio ricordare ancora una volta che non sempre le competenze di un istruttore di sala, per esempio, valgono anche per i corsi Fitness. Altresì una persona specializzata in Allenamento Funzionale non è detto che abbia competenze di Posturale. Più competenze concrete l’istruttore ha, meglio è, perché difficilmente commetterà errori grossolani. Purtroppo però la concezione del “tuttologo” è molto radicata, spesso non avendo neanche abilità che sarebbe meglio avere. Quindi, onde evitare di incappare in insuccessi o problematiche fisiche di qualche tipo, è importante valutare bene attività, corsi e istruttori. Parlate apertamente e chiaramente con chi vi deve consigliare, comunicando in modo preciso quali sono i vostri obiettivi e accogliendo i consigli che vi vengono dati. Non è detto infatti che ciò che voi supponete sia effettivamente ciò che vi serve per raggiungere i risultati sperati. A questo punto, escludendo attività motorie “easy” tipo Ginnastica dolce e simili, è necessario fare una Programmazione che vi permetta, step by step, di raggiungere i risultati individuati. Chiedete sempre a chi vi segue, tempi, modalità e costi. Una Programmazione seria ed efficiente volta ad ottenere un qualunque obiettivo deve prevedere un macrociclo della durata di circa 1 anno, 12 mesocicli della durata di un mese cadauno ed eventuali microcicli della durata ognuno di una settimana. Alla Programmazione va abbinata una corretta alimentazione (FONDAMENTALE) che deve essere calibrata sempre sulla persona, così come una routine di allenamento deve essere sempre personalizzata in funzione dell’obiettivo, tempi a disposizione ed età del soggetto. Le tabelle preconfezionate non vanno bene per tutti, anche se si è all’inizio di un percorso di training. Controllate soprattutto che vi venga fatta un’anamnesi accurata che tenga in considerazione di eventuali problematiche alla schiena, collo, spalle e articolazioni in genere. A questo punto prendetevi un impegno con voi stessi. Stabilite giorni e orari di allenamento e ricordate che la costanza è un’alleata necessaria per ottenere qualunque obiettivo. E non solo in palestra.
Si fa presto a dire Running
Tra tutte le attività motorie la corsa è certamente una di quelle più naturali per l’essere umano. L’uomo corre sin dagli albori dei tempi: o per cacciare in veste di predatore e per scappare in qualità di preda. Nel corso dei millenni la corsa è diventata una disciplina tra le più amate anche in funzione dei suoi innumerevoli vantaggi, dalla prevenzione della salute al consumo calorico. Il boom delle palestre poi ha portato a sviluppare attività cardio al chiuso che in molti casi sostituiscono quelle più conosciute fatte all’aperto. Oggi valuteremo le diversità tra correre all’aperto e correre su un tapis roulant. Vediamo quali sono i vantaggi della corsa all’aperto: Ossigenazione ottimale, a patto di correre in luoghi non trafficati e quindi ricchi di smog Maggior stimolazione propriocettiva data soprattutto se si usano sentieri e percorsi non asfaltati. In tal modo la muscolatura si adatta alle variazioni percepite dal piede in fase di movimento Maggior diversificazione del percorso e pertanto variazioni dell’impegno sia muscolare che cardiorespiratorio Costi equivalenti a zero Minor noia nel percorso e miglior condizione psicologica soprattutto in periodi primaverili ed estivi Vediamo invece quali sono i vantaggi nel correre su un tapis roulant in palestra: Maggior confort prima e dopo la sessione cardio Alcuni poi trovano più motivante l’uso del tapis roulant grazie al display che segnala costantemente molte informazioni quali il battito cardiaco, la velocità, il consumo calorico, ecc.. Se poi il tapis fosse di fronte d uno specchio, l’atleta può controllare che la sua andatura e la sua postura siano corrette Utilizzo anche in caso di maltempo Possibilità di abbinare il lavoro cardio fatto sul tapis roulant con esercizi isotonici Entrambi dunque presentano vantaggi non trascurabili ma allo stesso tempo entrambi presentano anche delle controindicazioni: Correndo all’aperto bisognerebbe evitare i percorsi asfaltati per evitare possibili infiammazioni e stress articolari e il maltempo, pioggia, neve e nebbia non agevolano certo l’attività. Per contro in palestra si potrebbe trovare il tapis impegnato da qualcun altro e se l’aereazione del locale non è adatta, il livello di umidità ambientale potrebbe salire di molto, alzando così i livelli di anidride carbonica. Detto questo voglio segnalare infine alcune cose: Le calorie che si consumano con la corsa all’aperto o sul tapis roulant sono sostanzialmente le stesse Importante in entrambi i casi è l’idratazione. Bere molto è fondamentale per reintegrare i liquidi e i sali espulsi durante la sudorazione Non serve (ed anzi controproducente) correre molto coperti. Un corretto raffreddamento corporeo evita una sensazione di affaticamento e inoltre sudare non equivale a dimagrire Un buon paio di scarpe è fondamentale sia per la prestazione stessa (e quindi per il risultato), che per la salute del piede e della schiena
Competenze posturali in palestra
Ognuno ha le proprie competenze. Saggio però sarebbe comprendere che le competenze si possono ampliare, sia a beneficio dell’istruttore sia dell’utente. Spesso nelle palestre di body building non si ha la ben che minima idea di come funziona la posturologia e di come questa concorra non solo alla salute dell’atleta ma anche alla performance durante la sessione di allenamento. Molto spesso gli istruttori di palestra hanno competenze solo per la crescita muscolare e non tengono conto di come taluni esercizi possano risultare meccanicamente non idonei o come gli stessi, per conformazione strutturale o per eventi traumatici subiti dall’utente in passato, risultino inutili e dannosi ad alcune persone. E’ necessario partire dal presupposto che ogni individuo è unico e irripetibile e l’allenamento deve essere necessariamente personalizzato. Per quanto mi riguarda ho iniziato a frequentare le palestre più di 40 anni fa. Per mia fortuna ho avuto un Insegnante molto preparato che mi ha impostato prima per avere una corretta postura negli esercizi partendo dalla mia conformazione e osservando le necessità primarie della mia struttura, poi per una giusta preparazione muscolare, per finire con workout specifici volti alla crescita muscolare. E’ grazie a questa impostazione che, pur praticando parallelamente altri sport a livello agonistico come il Football Americano, non mi sono mai infortunato seriamente né ho risentito a livello vertebrale o strutturale dei forti impatti fisici ai quali, come ogni giocatore, ero sottoposto. Preparazione! Negli anni sono diventato Preparatore Atletico e Trainer aprendo uno spazio di formazione sulla Posturologia e sulla Ginnastica Posturale. E posso dire, a ragion di causa, che molti istruttori aumenterebbero notevolmente le loro competenze e la qualità del servizio dato all’atleta se la smettessero di pensare di avere già tutta la conoscenza necessaria e si aprissero ad una visione dell’allenamento e dello sport che per fortuna si è evoluta, come accade in qualunque altra disciplina. Mentre l’unica cosa che sembra che si osservi in ordine evolutivo sono gli integratori, come se fossero questo l’unico compendio (o l’unica soluzione secondo alcuni) per migliorare fisico e prestazione. Che una persona vada in palestra con una finalità agonistica, o per avere esteticamente una maggior soddisfazione personale, o per migliorare la propria salute, è necessario tener presente che lo sport e in modo particolare l’uso di macchine e pesi in una palestra, possono rivelarsi, se mancano le globali competenze biomeccaniche, dei boomerang per la nostra salute anche a distanza di molti anni. Abbiate sempre cura, in base a ciò che volete ottenere e in base alla vostra struttura, di affidarvi a persone qualificate e competenti, certificate (!) senza fermarvi ai grandi paroloni tecnici che spesso vengono spesi più per far la parte dell’esperto che non per ciò che realmente serve all’utente. Buon allenamento.
I 3 errori che le donne fanno in palestra. III parte: esercizi base o complementari?
Terzo e ultimo errore è quello di trascurare esercizi di base con l’utilizzo di pesi liberi. La vasta gamma di esercizi che si possono fare in palestra si può suddividere in due categorie principali: gli esercizi base in cui un unico movimento impegna contemporaneamente un certo numero di muscoli e gli esercizi complementari nei quali invece lavora un singolo muscolo detti anche di isolamento. La prima categoria è caratterizzata da movimenti che coinvolgono varie articolazioni, per tale motivo sono chiamati multiarticolari o poliarticolari. Un esempio è il piegamento sulle gambe più conosciuto come squat. Questo esercizio si sviluppa muovendo le articolazioni di caviglia, ginocchio ed anca e coinvolge i quadricipiti, i glutei, i bicipiti femorali, i lombari, gli adduttori ed altri muscoli minori. Nella seconda categoria rientrano gli esercizi monoarticolari, così definiti perché coinvolgono una sola articolazione. Un esempio sono le adduzioni (chiusure) delle gambe che si eseguono aprendo e chiudendo l’articolazione coxofemorale (l’anca) e muscolarmente fanno contrarre gli adduttori (interno coscia). Gli esercizi base si eseguono utilizzando i pesi liberi, mentre esistono un numero infinito di macchinari e di piccoli attrezzi per fare gli esercizi complementari. Gli esercizi base, facendo lavorare diversi muscoli contemporaneamente, sono molto più faticosi dei complementari e questo dovrebbe fare capire che sono anche più efficace nel tonificare il corpo. Generalmente le donne però preferiscono svolgere esercizi appartenenti alla seconda categoria, perché si eseguono utilizzando comodi macchinari, perché sono appunto meno faticosi e perché ricordano meno il sollevamento pesi ed i muscoloni. I risultati che si ottengono con gli esercizi multiarticolari non sono riproducibili con nessun altro tipo di attività fisica. Solo questi esercizi fanno contrarre e quindi rassodare tutte le fibre di un certo muscolo, inoltre come abbiamo appena detto, con pochi esercizi facciamo lavorare vari muscoli. Un allenamento per stimolare in modo efficace la tonificazione dei muscoli deve essere composto principalmente da esercizi base con carichi adeguati. Riassumendo: Attività cardiofitness a tempo limitato Prevedere esercizi base di tonificazione con manubri e bilancieri da svolgere con carichi con cui si sente faticare i muscoli, ed una parte di attività aerobica di non più di 40 minuti Discorso a parte poi la scelta delle tempistiche di distribuzione del lavoro, sia nella stessa sessione che in sessioni separate.
I 3 errori che le donne fanno in palestra. II parte: Tonificare
Un secondo errore è quello di effettuare pochi esercizi di tonificazione. La credenza popolare che sollevare i pesi faccia inevitabilmente crescere i muscoli ha generato nelle donne dedite all’attività fisica la fobia dei muscoloni tipo culturista. Pertanto il pubblico femminile dei centri fitness considera l’attività di tonificazione un pericolo per la propria linea e si impegna solo marginalmente in tale attività. Questa convinzione è assolutamente sbagliata. L’attività isotonica è fondamentale per ottenere un corpo magro e sodo. Il mito dell’eccesiva crescita muscolare è completamente privo di fondamento per tre ragioni fondamentali: I muscoli crescono per la presenza degli ormoni maschili che sono ovviamente scarsi nelle donne Per fare crescere i muscoli occorre un’alimentazione adeguata a tale obiettivo, ovvero un’alimentazione ipercalorica ed iperproteica. Senza l’apporto di queste il corpo non ha risorse per fare crescere i muscoli L’allenamento deve essere molto pesante dato che il muscolo cresce solo se è obbligato da esercizi che lo portano a “spremersi” al massimo Basta considerare la dedizione e l’impegno che deve mettere un uomo per sviluppare la propria massa muscolare (allenamenti, alimentazione, integratori e a volte anche farmaci….) come può essere possibile per una donna, che non ha un profilo ormonale favorevole, non cura l’alimentazione in modo specifico e non impegna tutte le proprie forze nel sollevare pesi, sviluppare grandi muscoli semplicemente facendo qualche esercizio di tonificazione? Il lavoro di tonificazione è importante per due motivi: Ottenere muscoli sodi Dimagrire Un maggior tono muscolare comporta un aumento del metabolismo basale, quindi un maggiore dispendio calorico a riposo. Se i muscoli sono più tonici il corpo brucia di più. Per queste ragioni è importante svolgere esercizi di tonificazione due o tre volte alla settimana, dato che sono la parte più importante dell’allenamento considerato il doppio risultato a cui portano.
I 3 errori che le donne fanno in palestra. I parte: il cortisolo
Spesso le motivazioni che conducono le donne in palestra sono la perdita di peso e il miglioramento della tonicità muscolare. Malgrado ciò è facile incappare in errori di approccio che compromettono il risultato finale. Uno di questi è l’eccesso di attività aerobica. Tapis roulant, ellittiche e stepper sono tra le macchine cardio più usate per dimagrire. E fin qui ci siamo, a patto di usare le corrette modalità di lavoro, rispettando cioè il range aerobico di lavoro in base al propria frequenza cardiaca massima. Solo in questo modo andremo ad attaccare la massa lipidica. In caso contrario, superando il range aerobico, andremo a distruggere anche la massa muscolare necessaria a dare una certa tonicità al corpo e quindi una forma aggraziata. Per attaccare la sola massa grassa occorre avere una media tra il 60% e il 70/75% della propria FMC (Frequenza Massima Cardiaca) durante tutto il training. Un eccesso di attività aerobica risulta controproducente, perché è vero che tale attività favorisce il consumo dei grassi e migliora la microcircolazione, ma un suo eccesso può portare al risultato opposto. Questo effetto è dato dalla risposta endocrina all’attività fisica. Allenamenti troppo lunghi e troppo provanti per il corpo, come sono appunto le ore passate a sudare sulle macchine cardio, favoriscono il rilascio da parte dell’organismo di cortisolo il più grande nemico del dimagrimento. Il cortisolo è il cosiddetto ormone dello stress in quanto viene secreto dalle ghiandole surrenali in conseguenza di condizioni di stress protratto nel tempo come un allenamento aerobico prolungato. Il cortisolo è una sorta di segnale per il corpo che indica una situazione di emergenza, di eccessivo affaticamento, è una sorta di freno utilizzato dall’organismo per contenere i danni che questa situazione potrebbe creare in caso di eccessiva durata. Gli effetti principali di questo ormone sul corpo e sulla forma fisica sono: il rallentamento del metabolismo, l’aumento della ritenzione idrica, il catabolismo della massa muscolare e la stanchezza generale. Quindi il cortisolo non solo impedisce al corpo di ridurre i cuscinetti sui fianchi e di dimagrire, ma promuove esattamente l’effetto opposto favorendo l’accumulo dei liquidi, il gonfiore alle gambe e il deposito dei grassi. Questi sono i classici effetti del cosiddetto “sovrallenamento” ovvero una particolare condizione fisica prodotta dall’eccessiva attività fisica in cui il corpo tende a gonfiarsi, ad avere scarse energie e ad ingrassare.
Bufale bruciagrassi
Il desiderio di un corpo tonico ed asciutto è senza dubbio in cima alle aspettative di ciascuno e non vi è timore di smentita se si afferma che la ragione principale che muove l’intero settore del fitness è proprio la voglia di perdere peso e solo successivamente quella di migliorare le proprie masse muscolari. Quando un desiderio è così fortemente sentito, gli strateghi del marketing non si fanno attendere e, facendo leva sull’atavica pigrizia del genere umano, condita da una discreta dose di ingenuità (o stupidità direbbe qualcuno), si ingegnano su come sfornare sempre nuovi rimedi che possano far gola a quanti desiderano raggiungere ottimi risultati, senza troppa fatica o sacrificio e ovviamente nel minor tempo possibile. Nonostante un po’ di buonsenso dovrebbe far subito comprendere che non esistono e non possono esistere metodi miracolosi, si preferisce dar credito a quanti ogni anno propongono nuove incredibili soluzioni. L’Helty Weight Network attraverso le pagine del suo sito dedicato proprio all’alimentazione e ai disturbi alimentari, ha deciso di pubblicare una classifica stilata assieme al Consiglio Nazionale contro le frodi sulla Salute. La classifica, come riportato testualmente, assegna una sorta di “premio al contrario” ai rimedi proposti negli ultimi 24 anni e ritenuti vere e proprie truffe nel settore della perdita di peso, affermando inoltre che i rimedi elencati possono aiutare soltanto ad alleggerire il portafogli degli incauti acquirenti. Riportiamo di seguito un piccolo estratto della lunga classifica, indicando i metodi più bizzarri: nel 1989 fa la sua comparsa la calamita acchiappa grassi capace di assorbire i grassi in eccesso presenti nel cibo semplicemente passandola sopra prima di cuocerli o mangiarli nel 1990 ecco il lancio delle Cal-Ban 3000, pillole che avrebbero dovuto indurre un senso di sazietà, ma divenute molto più famose perché sospettate di provocare pericolose ostruzioni intestinali. nel 1991 vedono la luce delle compresse ispirate ai prodotti derivati dalle api, misti a pompelmo e glucomannano. Di scientifico non avevano nulla e si ispiravano addirittura alla mitologia greca nel tentativo di comprovarne l’efficacia. Tanto valeva invocare Zeus. nel 1992 debutta uno spray da spruzzare in bocca per ridurre l’appetito, nello stesso periodo in Italia si vendeva una tavoletta in gomma che avrebbe dovuto avere le stesse proprietà semplicemente annusandola, scomparse pochi mesi dopo rivelandosi un flop. La maggior parte delle tavolette venne data in omaggio con una famosa rivista sul fitness, ancora oggi in vendita nelle edicole a cadenza mensile. La tavoletta in omaggio non c’è più, ma ogni mese spiega come ottenere addominali scolpiti in 3 mosse e questo basta per spingere migliaia di fedeli acquirenti a tirare fuori i soldi. Il 1994 è l’anno dei finti termogenici, che riscuotono ancora oggi grande successo malgrado sulle confezioni sia chiaramente scritto che non servono a dimagrire, che non occorre confondere le immagini riportate con gli effetti reali, che funzionano solo con un regime dietetico controllato abbinato a regolare attività fisica ecc. ecc. Ma perché leggere l’etichetta, non basta comprarli e mandare giù? Non faranno dimagrire ma di sicuro sono stati tra i prodotti che, più di altri, hanno contribuito a trasformare una celebre azienda americana nell’attuale colosso multinazionale che, sfruttando il multilevel marketing ha capito che i polli da spennare non sono solo quelli che vogliono dimagrire senza sacrifici, ma anche quelli che pensano di potersi arricchire vendendo i prodotti a parenti e amici. E così di anno in anno, sfogliando la classifica ci si rende conto di cosa si sia disposti a fare, e quanto si sia disposti a spendere, pur di non allenarsi un po’ e controllare meglio quello che si mangia. Chi non è mai incappato in qualcuno di questi rimedi miracolosi? Dagli anticellulite alle famose creme dimagranti, dal cromo picolinato alle diete low-carb (che ancora spopolano), dalla dieta Hollywood per dimagrire in 48 ore, all’ipnosi. Come sempre per evitare di farsi abbindolare, le due cose fondamentali per dimagrire sono esercizio fisico costante e specifico e una corretta alimentazione. Attenzione: esercizio fisico corretto non vuol dire dimagrimento localizzato, che come ho già spiegato in un altro articolo, non esiste! Malgrado in alcune palestre si spacci ancora questa bufala…già…l’importante è vendere…
Dimagrimento localizzato??
Non vi è alcuna evidenza sperimentale che il grasso venga mobilitato in modo preferenziale dalle cellule adipose che si trovano nei pressi di muscoli attivi: il dimagrimento localizzato può essere un’idea attraente, ma in realtà non funziona. In questo post si è scelto di affrontare il dimagrimento localizzato con un esempio molto elementare sebbene incontrovertibile, ma sarebbe utile approfondire il concetto studiando qualche buon testo di fisiologia dello sport, si potrebbe così verificare che non esiste alcuna letteratura scientifica internazionale che dichiari l’esistenza del dimagrimento localizzato. Chi ha voglia di verificare può cercare gli articoli scientifici che parlano di spot reduction (termine inglese con il quale si identifica il dimagrimento localizzato), ribadendo la necessità che la ricerca avvenga su testi scientifici, poiché la pubblicità finalizzata alla vendita di svariati prodotti, sebbene con qualche giro di parole, cerca di far passare messaggi fuorvianti. Il dimagrimento localizzato non esiste e tantomeno è possibile usare i grassi durante un lavoro con i pesi. Se il dimagrimento localizzato esistesse sarebbe sempre in atto, non solo in palestra, ma anche mentre siamo in ufficio o mentre facciamo la spesa. Se facendo lavorare un muscolo si riducesse l’adipe che lo sovrasta, questo dovrebbe accadere tanto nel corso di un esercizio codificato e svolto in sala attrezzi, quanto nella vita di tutti i giorni, purché un dato muscolo venga sollecitato e, quanto più spesso avviene, tanto più occorre aspettarsi che sia perfettamente definito. La parete addominale è una delle aree anatomiche più attive del corpo dato che qualsiasi lavoro ne determina l’intervento, non fosse altro che per stabilizzare il soggetto. Gli addominali lavorano quasi in continuazione, anche mentre si parla o mentre si allenano altri muscoli, mentre si ride o si spinge il carrello della spesa. Attività poco intense, ma che stimolano continuamente la regione addominale e, se il dimagrimento localizzato esistesse, ciascuno dovrebbe avere l’addome perfettamente definito, risultando semmai grasso in altre parti del corpo meno attive. Non esiste alcuna ragione di sottrarre una quota dall’accumulo lipidico che sovrasta il muscolo, pur essendo tale muscolo al lavoro. Se questo potesse avvenire, il grasso avrebbe grande difficoltà a trovarsi accumulato in un’area che, anche in un sedentario, è probabilmente tra quelle maggiormente attivate. In altri termini, se il dimagrimento localizzato potesse avvenire in quanto si sollecita la parete addominale, con tutta probabilità questa regione sarebbe perennemente “definita” proprio perché, perfino in un sedentario, la muscolatura addominale è tra quelle maggiormente attive nel corso della vita, sia nel promuovere che nel coadiuvare i differenti movimenti. Come se non bastasse, è da segnalare che, l’intensità di un lavoro quale quello richiesto per l’esecuzione degli esercizi per la parete addominale, è di tipo anaerobico. Se il lavoro è anaerobico, è biochimicamente impossibile utilizzare substrati energetici diversi dal glicogeno muscolare. L’impiego dei grassi può infatti avvenire solo nel corso di un’attività aerobica. Se il lavoro non è aerobico non può avviarsi il processo ossidativo che impiega i lipidi a scopo energetico. Attenzione, questo non significa che non si possa dimagrire grazie ad un’attività di tipo anaerobico. Poiché i lavori finalizzati all’incremento dei volumi muscolari, causano anche l’incremento del metabolismo e, con quest’ultimo l’impiego di energia e quindi il dimagrimento. Ma non si può impiegare l’energia accumulata nei grassi, nel corso di un lavoro anaerobico. Questo non è possibile perché non compatibile col sistema energetico citato. Purtroppo nella zona del basso ventre sono disposti un numero di adipociti (le cellule specializzate nell’accumulo adiposo) maggiore rispetto ad altre parti del corpo. Probabilmente perché questa regione coincide con la presenza di importanti strutture organiche interne, che non possono beneficiare di una protezione da parte di strutture ossee. La presenza del grasso consente quindi sia una riduzione di traumi meccanici che una minore dispersione del calore. Con la collaborazione di Non solo Fitness
Dimagrire e tonificare 2° parte
La scorsa settimana ho trattato le problematiche da un punto di vista oggettivo, relativamente alla mancanza di risultati. Vediamo invece quali possono essere gli aspetti soggettivi che impediscono il raggiungimento di tale risultato. Uno su tutti è la MOTIVAZIONE. La motivazione va a braccetto con la VOLONTA’ e sappiamo che nella vita per ottenere i risultati desiderati, bisogna volerli raggiungere. Quando vogliamo realmente qualcosa? Quando siamo motivati ad ottenere quel risultato. Ogni motivazione può essere intrinseca, come ad esempio la necessità di dimagrire per migliorare uno stato di salute precario, oppure la motivazione può essere estrinseca, come ad esempio ottenere uno specifico risultato estetico magari per una questione di lavoro. Sono solo esempi ovviamente ma che rendono bene l’idea. In alcuni casi le motivazioni possono essere combinate. Quando abbiamo una vera motivazione abbiamo anche, in genere, una forte volontà. Circa la volontà Einstein diceva che se manca questa, manca tutto. Se la motivazione è veramente forte allora questa forza motrice ci permettere di ottenere il risultato desiderato. Ma ci sono anche persone che, per struttura mentale o per condizionamenti educativi, fanno molta difficoltà ad attivare la volontà necessaria. In questo caso un aiuto esterno è suggeribile e auspicabile. Laddove noi non riusciamo da soli ad ottenere i nostri Obiettivi, non ci deve essere alcun problema a chiedere un aiuto esterno. Rivolgiamoci a chi, più competente, è in grado di aiutarci nel nostro percorso fornendoci gli strumenti per realizzare il nostro Obiettivo. La disciplina poi è fondamentale, sia per un corretto allenamento che per seguire la giusta alimentazione. Potremmo dire che la disciplina è una scelta: la scelta tra ciò che ho adesso e tra quello che vorrei in futuro. Se voglio di più, devo cambiare qualcosa nel mio modo di essere o di atteggiarmi verso qualcosa. “SE VOGLIO di più….” Anche in questo caso è una questione di Volontà. Ogni Obiettivo, purchè credibile, è alla nostra portata. Bisogna solo iniziare a volere realmente il cambiamento, dopodiché, se la parte oggettiva (allenamento e alimentazione) è corretta, i risultati non tarderanno ad arrivare.
Dimagrire e tonificare 1° parte
Dimagrire e tonificare è il sogno di molte donne. Indipendentemente dall’età. In molte ci provano ma non sempre i risultati sono soddisfacenti. Vediamo insieme il perché. Anzitutto bisogna dire che, come in ogni cosa, esistono sempre due aspetti: uno oggettivo e uno soggettivo. In questo post cominciamo a trattare l’aspetto oggettivo del perché non si dimagrisce. L’obiettivo dimagrimento si ottiene coniugando un corretto allenamento e una corretta alimentazione. Ognuno di questi due punti concorre al 50 per cento nel risultato. Sbagliamone uno e il risultato sarà parziale o inesistente. Non possiamo dimagrire solo con una tabella alimentare, che per quanto corretta, non è una dieta. Togliere alcuni alimenti o diminuire le porzioni o distribuire diversamente i cibi, ci può aiutare, ma al contrario di una dieta studiata appositamente e in modo professionale, non ci permette di calare di peso in modo significativo. Quindi ben venga una buona tabella alimentare, ma attenzione perché senza un corretto training non otterrete alcun risultato. Training. Sono in molti gli allenatori di palestra che sostengono di conoscere il giusto training per dimagrire, ma…i risultati li vedete? Se l’approccio alimentare è corretto e l’allenamento (anche solo due volte alla settimana) è anch’esso corretto, inizierete a vedere i primi risultati dopo circa tre settimane di lavoro. Mi sembra già di sentire espressioni del tipo “ma va…figurati..!” Eppure vi garantisco che è così. Non ci vuole molto per iniziare a vedere i primi risultati tenendo presente che è poi la costanza premia, perché ogni risultato va radicato. Se non credete a quello che dico, guardate i commenti di chi ha lavorato con me e sicuramente tra quelli qualcuno lo conoscete. Altro punto: non date troppo retta alla bilancia. La massa magra pesa di più della massa grassa e quando lavorate per tonificare, una parte di grasso viene eliminato e un’altra parte viene trasformato in massa muscolare. Fate piuttosto la prova vestiti. Indossate prima dell’inizio del Programma alcuni vestiti che calzano stretti e poi provate a rimetterli dopo 3 settimane. Se il risultato è inesistente allora vuol dire che c’è qualcosa che non funziona. Ricontrollate l’alimentazione e il vostro training e fatevi le seguenti domande: sto controllando realmente l’alimentazione? Sto seguendo il Programma di lavoro che mi ha dato il mio allenatore? Se la risposta è SI, allora il Programma non va bene. Semplice. Se invece la risposta è NO, allora bisogna indagare sull’aspetto soggettivo. Ma di questo ne parleremo nel prossimo post. In ogni caso: uno sforzo deve essere premiato. Un obiettivo raggiunto. Se qualcosa non funziona, modificatelo, cambiatelo. Che sia l’alimentazione, un Programma di allenamento, fors’anche un allenatore. Cercate la causa e individuate la soluzione. Non esiste un problema che non abbia almeno una soluzione. Buon allenamento.